La fobia rappresenta uno dei volti che può assumere la paura quando da risorsa diviene un limite. Se infatti è vero che la paura, essendo la più primitiva tra le nostre percezioni, non può e non deve essere evitata, svolgendo la funzione di attivare l’organismo in situazioni di pericolo, quando supera quel limite essa diviene patologia.
Ai suoi estremi, essa coinvolge mente e corpo in una sequenza reattiva così rapida da anticipare qualunque pensiero. un mostro che ci spaventa. Allora, da amica, la paura diventa un nemico, un’ombra sinistra che non ci abbandona mai, che ci sconvolge la vita, che ci fa sentire braccati.
Quando la paura patologica si riferisce a uno specifico oggetto, come animali, armi, aerei, macchine, o a specifiche azioni o reazioni, come esporsi in pubblico, arrossire… si parla di fobia specifica.
TENTATE SOLUZIONI
In un’ottica strategica, le principali tentate soluzioni sono rappresentate da:
- socializzazione del problema: da un lato ritenendo che parlare aiuti a esorcizzare la paura, dall’altro nell’intento di rendere partecipi della propria paura gli altri che, in caso di necessità possono divenire vere e proprie ancore di salvataggio. In realtà, più si parla di una paura, più questa si amplifica acquisendo sempre più importanza e una valenza sempre più elevata per la persona che si sente succube della stessa;
- evitamento dell’esposizione: si tratta di una soluzione relativamente semplice da applicare essendo la paura rivolta ad un oggetto specifico, il che, purtroppo, non depone a favore di chi la attua, la cui sensazione di incapacità e limitazione non potrà che aumentare nel tempo, al di là di una prima sensazione di salvezza;
- richiesta di aiuto in caso di necessità: gli altri divengono la stampella alla quale la persona si appoggia nel caso in cui sia impossibile evitare. Questo, manifestamente fa sentire la persona al sicuro e protetta, ma d’altra parte farà sì che senza aiuto essa si senta incapace di fronte alla paura e spesso genera relazioni basate più sulla necessità dell’altro per paura piuttosto che sul desiderare l’altro per piacere.
Quando la paura patologica si riferisce a più situazioni, viene invece definita usualmente generalizzata e sfocia nella maggioranza dei casi in un disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia (vedi disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia)
Grazie alla ricerca empirica continuamente in evoluzione presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo e gli Studi affiliati, è possibile affermare che, negli ultimi vent’anni, il 95% dei casi di fobia specifica è stato risolto in un numero molto ridotto di sedute.
Per saperne di più:
Nardone G., 1993 – Paura, Panico, Fobie – Ponte alle Grazie, Firenze
Nardone G., 2000 – Oltre i limiti della paura – Rizzoli, Milano
Nardone G., 2003 – Non c’è notte che non veda il giorno – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2007 – Solcare il mare all’insaputa del cielo – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2016 – La terapia degli attacchi di panico – Ponte alle Grazie, Milano