Rientrano in questa tipologia, in un modello strategico, le persone che si sentono continuamente giudicate e sotto osservazione da parte di:
- altri specifici: la persona si sente perseguitata, maltrattata o mal giudicata ad opera, per fare qualche esempio, del datore o di un collega di lavoro, dei genitori, di presunti amici, di parenti a vario titolo, vicini di casa invidiosi…, verso i quali sviluppa una rabbia incontenibile con possibile evitamento del contatto o, all’opposto, ricerca di scontro con il presunto aguzzino che da tale diviene la vittima della presunta vittima.
- qualsiasi persona, anche sconosciuta: la persona si sente perseguitata, maltrattata o mal giudicata ad opera di qualsiasi persona dovesse incontrare per strada o in un locale, sul posto di lavoro… . Anche in questo caso, la persona sviluppa una rabbia incontenibile nei confronti dei presunti persecutori con possibile evitamento del contatto o, all’opposto, ricerca di scontro con il presunto aguzzino che diviene la vittima designata.
In entrambi i casi, le tentate soluzioni adottate confermano la credenza della persona di essere oggetto di maltrattamento o di una vera e propria persecuzione ad opera degli altri:
- l’evitamento del contatto che si può manifestare con una reale assenza di contatto oppure evitando di guardare l’altro negli occhi, o ancora con un atteggiamento evasivo generano nell’altro, quale reazione, possibili tentativi di avvicinamento che vengono sentiti dalla persona come invasioni della propria intimità, oppure analoghi comportamenti di evitamento o evasivi che confermano alla persona la ragionevolezza della propria credenza iniziale per la quale l’altro è ostile nei suoi confronti;
- la ricerca di scontro può provocare nell’altro o una reazione difensiva –e chi ha bisogno di difendersi è colpevole-, oppure una analoga reazione aggressiva, con l’esplosione di una vera e propria escalation simmetrica che, ancora una volta, conferma alla persona la ragionevolezza del proprio originario pensiero.
Se io entro in una stanza convinto di non piacere, il mio atteggiamento, di conseguenza, sarà quello di chi evita lo sguardo degli altri, generalmente accigliato, con una postura chiusa al contatto e la sensazione che arriverà agli altri sarà di avversione. Questo è ciò che accade nella fobia sociale da un punto di vista strategico ridefinita come paranoia: una credenza diviene verità attraverso i comportamenti che la persona mette in atto sulla base dell’idea originaria di non piacere o di essere non adeguatamente trattato dagli altri.
Obiettivo della terapia strategica è quello di interrompere il circolo vizioso di tentate soluzioni, attraverso specifici stratagemmi che portano la persona a superare completamente e definitivamente la fobia sociale per poi acquisire piena consapevolezza di come funzionava il proprio problema e di come sia stato possibile affrontarlo e vincerlo grazie ad un’attivazione guidata delle sue risorse personali.
Per saperne di più:
Nardone G., 1993 – Paura, Panico, Fobie – Ponte alle Grazie, Firenze
Nardone G., 1998 – Psicosoluzioni – Rizzoli, Milano
Nardone G., 2000 – Oltre i limiti della paura – Rizzoli, Milano
Nardone G., 2003 – Non c’è notte che non veda il giorno – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2007 – Solcare il mare all’insaputa del cielo – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2016 – La terapia degli attacchi di panico – Ponte alle Grazie, Milano