Sulla base di una paura, la persona mette in atto una serie di comportamenti atti a:
- riparare a qualcosa che è accaduto: controllare di avere chiuso il gas prima di uscire per evitare che la casa scoppi, lavare le mani dopo aver toccato qualcosa ritenuto sporco per evitare di contaminare il tempio/casa tutto pulito; ripetere una formula mentale dopo aver compiuto un’azione ritenuta punibile per espiare le proprie colpe…);
- prevenire che accada qualcosa di cui ha paura: fare la doccia prima di andare a letto tutte le sere perché il letto non si contamini; controllare che tutte le porte siano chiuse prima di andare a letto; ordinare la propria casa in modo che nulla sfugga al proprio controllo…;
- propiziare che accada ciò che si desidera: indossare una specifica maglia per affrontare situazioni particolari pena l’impossibilità di farlo; ripetere formule mentali specifiche perché questa proceda nel modo adeguato; salire le scale iniziando con il piede destro e scenderle con il piede sinistro… .
- prevenire-riparare: si riferisce in genere alla paura dello sporco per cui la persona non solo deve pulire qualcosa dopo che si è sporcata ma deve mettere in atto una serie di precauzioni per far sì che ciò che è stato pulito non venga di nuovo contaminato dallo sporco.
Le compulsioni possono riferirsi ad azioni fisiche o a rituali mentali. In quest’ultimo caso si tratta di pensieri strutturati in rituali quali preghiere, conteggi, ripetizioni mentali di parole fino ad arrivare a vere e proprie filastrocche da ripetere svariate volte per il terrore di aver tralasciato un verso o una parola e averne invalidato il potere magico. Talvolta consistono in parole da ripetere mentalmente in presenza di un particolare stimolo esterno o possono ricoprire anche il ruolo di stimolo ansiogeno da combattere con un altro rituale: siccome è venuta in mente una parola o un pensiero negativo, allora si inventano rituali per annullarne il potere maligno (creato in realtà dagli stessi rituali per combatterlo). Spesso consistono in conteggi di targhe di automobili, le quali poi vengono classificate in “buone” e “cattive” in base ai numeri e alle lettere presenti, fino ad espandere il potere al tipo di automobile, al modello o all’anno di immatricolazione.
Seppure alcuni dei comportamenti descritti, che in ogni caso esauriscono solo una minima parte del ventaglio di possibilità, possano apparire comunemente adottati da diverse persone senza per questo rientrare nella patologia, il problema insorge nel momento in cui essi divengono una limitazione per la persona. Infatti, reiterati nel tempo e in diverse circostanze, tali comportamenti divengono veri e propri rituali/compulsioni dei quali la persona non riesce a fare a meno, pena un’incontenibile paura.
La persona è consapevole dell’assurdità delle proprie azioni ma non riesce a evitare di metterle in atto, talvolta coinvolgendo il proprio sistema familiare che diviene così ostaggio del disturbo ossessivo-compulsivo.
In termini strategici, si tratta di un tentativo di controllo tanto ben riuscito che fa perdere il controllo.
La terapia breve strategica, utilizzando la stessa logica di funzionamento del problema, va a rompere il circolo vizioso che incatena la persona al disturbo, per poi farla divenire consapevole dei meccanismi disfuzionali di mantenimento del problema, fino alla sua totale risoluzione.
La ricerca-intervento costantemente in essere e in evoluzione presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo e gli studi affiliati svolta negli ultimi vent’anni rivela un’efficacia del modello con una percentuale di risoluzione dell’89%. dei casi con un numero molto ridotto di sedute.
Per saperne di più:
Nardone G., 1993 – Paura, Panico, Fobie – Ponte alle Grazie, Firenze
Nardone G., 2000 – Oltre i limiti della paura – Rizzoli, Milano
Nardone G., 2003 – Non c’è notte che non veda il giorno – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2007 – Solcare il mare all’insaputa del cielo – Ponte alle Grazie, Milano
Nardone G., 2016 – La terapia degli attacchi di panico – Ponte alle Grazie, Milano