Preparando l’esame di Pedagogia, molti anni fa, mi sono imbattuto in un libro di Mario Lodi.
Leggendolo mi sono subito detto: ecco, lui la pensa proprio come me. Certo, le cose non stavano proprio così… ero io quello che la pensava come lui… e ancora oggi, quando vado a scuola o quando incontro gli insegnanti, ripenso a quelle letture e a come la scuola abbia sempre più bisogno di “maestri ignoranti” che sappiano imparare dai bambini e con i bambini il loro modo di leggere il mondo.
La pedagogia di Mario Lodi
Al centro del pensiero pedagogico di Lodi vi è la volontà di dare dignità ai bambini, di ascoltare le loro voci, di valorizzare le loro esperienze, superando le differenze e le possibili etichette.
L’apprendimento parte dal mondo stesso, dalla quotidianità, dall’esperienza vissuta che stimola domande e voglia di ricerca. Si impara facendo e facendo insieme il bambino e l’insegnante imparano.
Nella scuola vissuta da Mario Lodi il bambino è al centro del processo, impara giocando, utilizzando la mente e i sensi; così la classe diventa un laboratorio del “fare insieme”, ma anche una tipografia dove stampare il giornalino della scuola o un gruppo di discussione sulla Costituzione, in esperienze simili a quelle che don Lorenzo Milani applicò a Barbiana.
Di seguito un filmato sull’esperienza di Mario Lodi con le sue parole alternate ad immagini della sua classe. Il video fa parte di una serie di inchieste condotte da Vittorio De Seta nel 1979 sul mondo della scuola in Italia.
http://www.raiscuola.rai.it/embed/mario-lodi-un-metodo-di-insegnamento/5463/default.aspx
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