Ospite di Vincenzo Brandi a “PENSA IN GRANDE – LIVE” abbiamo parlato di emozioni e resilienza. Buona visione.
La terapia ai tempi del Coronavirus: estratto intervista
Intervista del 27 marzo 2020.
In questo periodo le persone che più amiamo potrebbero diventare quelle che più odiamo?
È indubbio che in queste settimane di isolamento sociale si discuta di più in casa, se non altro perché si hanno molte più occasioni per farlo. Quelle che erano delle lievi difficoltà relazionali, complice la forzata convivenza, possono tendere a divenire dei conflitti molto più profondi. Si pensi a quelle coppie che non erano abituate a stare vicini per così tante ore o che vivevano una situazione di conflittualità e che oggi si trovano a dover forzatamente convivere tutto il giorno senza più nemmeno le “strutture dissipative”, così si chiamano tutte quelle occasioni che diluivano le tensioni, quali il lavoro, gli spostamenti la scuola, la palestra, ecc.. L’etologo Konrad Lorenz scriveva che quando individui della stessa specie si trovano a dover condividere uno spazio limitato finiscono per aggredirsi, e in una situazione come quella che stiamo vivendo è decisamente probabile che si possa tendere a divenire più reattivi, se non addirittura aggressivi, finendo per provare o indurre gli altri a provare verso di noi sentimenti negativi, anche di odio.
Il supporto psicologico può diventare fondamentale per chi ha difficoltà ad affrontare l’isolamento, in che modo?
Il meccanismo dell’ansia è un meccanismo fisiologico e adattivo, che attiva l’organismo di fronte ad un allarme rendendoci migliori, più capaci e reattivi. Oltre una certa soglia però può provocare incapacità di reagire in modo adeguato e sofferenza, mandando l’organismo in totale stress psicofisico. Ma di fronte ad una situazione incontrollabile come quella che stiamo vivendo, dove possiamo solo scegliere di adottare precauzioni che non rassicurano rispetto alla possibilità di essere contagiati, dove la scienza e la tecnologia non hanno ancora strumenti per controllare questa pandemia, questa sensazione di impotenza non produce in noi ansia, ma angoscia, ovvero una paura ben peggiore, poiché è una paura che deprime poiché non possiamo fare niente per cambiare le cose. Il supporto psicologico può essere utile per mitigare questi effetti. Non mi riferisco qui ad un intervento psicoterapico in senso stretto ma ad un accompagnamento caldo ed empatico, accogliente e mai squalificante, che sappia far sentire le persone comprese ed accolte aiutandole a riconoscere ed affrontare l’angoscia che la situazione inevitabilmente genera.
Questa situazione di forzato isolamento può rivelarsi utile anche come mezzo per iniziare un viaggio all’interno di sé, per occuparsi di aspetti che solitamente, rapiti dalla routine quotidiana, tralasciamo, così da poterci trovare domani più forti di prima, più resilienti e capaci di affrontare le nuove sfide che il post emergenza ci riserverà. Il supporto psicologico, inoltre, potrà essere molto utile a medici, infermieri ed operatori sanitari che lavorano da settimane senza sosta, secondo i ritmi dettati da un’emergenza fino a ieri sconosciuta e inattesa e di cui nessuno conosce la durata; può essere di grande aiuto sia per chi oggi comincia ad avere dei segnali di cedimento, così da scongiurante l’insorgere di disturbi più seri in un secondo momento, che per prevenire gli esiti di probabili eventi poli-traumatici in quei medici sottoposti a prolungato stress emotivo e che oggi non sentono ancora ciò che stanno provando. Come ricorda il prof. G. Nardone, “Le ferite del guerriero si sentono una volta finita la battaglia”.
Come sta seguendo i suoi pazienti?
Attualmente tutta la mia attività clinica e di supporto psicologico si è spostata completamente su modalità non presenziali grazie alle possibilità che le moderne tecnologie ci offrono. Questa non è una pratica per me usuale, ma in questo momento dove per il bene di tutti è necessario dimostrarsi flessibili e capaci di adattarsi ho ritenuto doveroso fare la mia parte. Alcuni percorsi consulenziali, in accordo con i pazienti, sono stati rimandarti al post emergenza, in altri casi invece abbiamo concordato di passare alla modalità online tramite videochiamate. Le confido che temevo che questa proposta, lontana dal mio sentire, potesse essere vissuta come eccessivamente distante dalle persone che seguo, che il video costituisse una fredda separazione che rende difficile l’incontro, invece ha permesso in taluni casi di entrare ancora più in contatto: in questo momento dove non era possibile altro ho potuto rivedere le persone che seguo in casa loro, assieme ai loro animali domestici, ho potuto parlargli mentre erano comodamente sedute sul loro divano, o al tavolo da pranzo o nella stanza stireria dove si erano rifugiate per avere un po’ più di privacy, creando così un clima che ha superato le difficoltà del nuovo mezzo.
Cosa consiglia di fare per sopravvivere all’isolamento con il minor stress possibile?
In questo nuovo contesto dove l’emergenza da Coronavirus ci ha reso tutti più sospettosi nei confronti del prossimo, anche più suscettibili nei rapporti sia intra- che extra-familiari suggerisco di prescriverci una piccola azione gentile al giorno: potremmo essere gentili con i nostri familiari, con chi incontriamo in fila al supermercato o con il collega che vediamo in videoconferenza. Praticare azioni volontarie di gentilezza produce migliori relazioni e un miglior stato psicofisico individuale riducendo il rischio di incrementare sentimenti di rabbia o odio.
Suggerisco inoltre di concentrare la propria attenzione sui piccoli passi concreti da compiere ogni giorno a livello individuale nella gestione di questa emergenza, attenendoci scrupolosamente alle normative nazionali e regionali, rimanendo a casa per quanto più sia possibile, seguendo comportamenti igienici adeguati, mantenendo le distanze di sicurezza qualora si incontri qualcuno, in vista del benessere di tutti.
Il tempo di forzata permanenza in casa può, inoltre, essere utilizzato in senso positivo, investendolo in attività quali la lettura o la scrittura, per dedicarci ad attività che amiamo, per recuperare tempo in famiglia, con i figli, per mantenere la socialità con videochiamate, fare attività fisica.
Bisognerebbe parlarne limitatamente, confinando la ricerca di notizie in certi spazi, perché parlare in continuazione della pandemia o cercare compulsivamente informazioni alimenta un’iperbole negativa.
Suggerisco infine di scrivere per affrontare la paura, ma anche per far defluire la rabbia (o il dolore per la perdita di una persona cara), così da canalizzare queste emozioni che non possono essere razionalizzate ma che devono essere veicolate e concesse a sé stessi.
Cosa potrebbe comportare l’isolamento in soggetti che già hanno un supporto psicologico?
Questa emergenza ha cambiato completamente il contesto e con esso tutte le difficoltà dei pazienti. Come clinici questa emergenza ci pone di fronte ad uno scenario completamente diverso, dove i vecchi paradigmi non calzano più alla realtà attuale. Per fare qualche esempio: coloro che provano una sensazione di paura o grave disagio in ambienti non familiari o in ampi spazi all’aperto, così come chi teme gli spostamenti in auto, treno e aereo, oggi deve stare forzatamente a casa vedendo così “superata” la loro fobia; gli ossessivi dell’igiene diventano oggi, invece, dei maestri di buone pratiche, così come raccomandato dall’OMS; chi teme il confronto sociale o è in difficoltà nelle relazioni, adesso che queste sono mitigate dalla limitatezza ed esclusione dei normali contatti, può sentirsi al sicuro… È chiaro quindi come questa condizione stravolga completamente tutto quello che poteva valere fino ad un mese fa. Questo ci chiama oggi ad una enorme flessibilità e ritengo che molto ci attenderà quando questa emergenza sarà finita, purtroppo non sembra ciò possa avvenire molto presto.
Consigli per restare positivi e felici?
In questo momento dove tutto il mondo è spaventato e vive nella paura e nell’angoscia per la salute delle persone, vittime di una sempre più diffusa ed incontrollabile infodemia cioè di un bersagliamento di informazioni eccessivo e spessissimo poco accurato o vagliato scientificamente, preoccupati per gli effetti economici del lock down conseguente a questa pandemia, in questa situazione di distanziamento sociale e di confinamento domestico e dal profilo così incerto come si può restare positivi e felici? L’incertezza ci spinge a cercare certezze che non ci sono ancora, amplificando l’angoscia. La nostra naturale tendenza al controllo si scontra con l’impossibilità di controllare un nemico invisibile e subdolo. Dovremmo riuscire a normalizzare per quanto possibile la sensazione di disagio perché inevitabilmente questa porterà con sé momenti di sconforto accompagnati ad altri di apparente quiete. Evitiamo di cercare risposte che ora non ci sono. Restiamo a casa e pensiamo più forte a quando tutto questo finirà provando a progettare oltre la fase di emergenza.
Consiglia attività particolari da svolgere insieme individualmente?
Oltre ai suggerimenti prima ricordati, vorrei aggiungere che in questa condizione dove non ci è permesso uscire potremmo portare in casa alcune delle attività che normalmente si svolgono fuori… ad esempio organizzando un picnic in salotto, giocando con i figli a fare la spesa o invitando gli amici ad un party online. Queste attività potranno rivelarsi molto utili per noi e per i bambini che assieme a noi sono costretti al confino entro le mura domestiche. Ricordiamoci, infatti, che i bambini sono reclusi come noi in casa, lontani dagli amici, dalla scuola, spesso dai nonni e da tutte quelle piacevoli attività extracurricolari. Dovremo quindi pensare anche al loro tempo, costruendo dove necessario una nuova routine giornaliera (le routine sono tranquillizzanti), ma soprattutto offrendoci a loro in modo autentico, rassicurante e sincero. I bambini, come gli adulti, percepiscono quando una persona a cui vogliono bene dice loro una cosa pensandone un’altra, e ciò provoca in loro un senso di smarrimento profondo. In questo tempo di attesa è importante che i bambini siano ascoltati e che siano dati loro spazi dove poter esprimere i vissuti emotivi senza minimizzarli o allarmarsi eccessivamente, coinvolgendoli magari in comunicazioni calibrate sulla loro capacità di comprensione così che possano accedere ad informazioni utili a contestualizzare quanto sta accadendo, ma evitando di parlare sempre e solo di Coronavirus. Se esposti, come probabilmente sarà, a telegiornali o trasmissioni informative ricordiamoci di mediare le informazioni che potrebbero ascoltare e che forse non comprendono o comprendono solo parzialmente, magari chiedendogli cos’hanno capito. Non dimentichiamoci di promuovere in loro l’aderenza alle prescrizioni (lavarsi le mani, starnutire sulla piega del gomito ecc.) attraverso il nostro esempio: laviamoci tutti assieme le mani, chiediamo loro di correggerci quando siamo noi per primi a dimenticarcelo, creando anche in questo caso delle routine. Infine, non rinunciamo mai alla funzione genitoriale: anche se può essere normale in questa fase sentirsi più disponibili ad accettare compromessi, non dovremo stravolgere le regole considerate non negoziabili, fornendo ai bambini un contesto il più normale e comprensibile possibile, se pur nella straordinarietà della situazione, sempre in continuità con quanto abbiamo costruito assieme a loro.
NUOVE MODALITÀ COVID-19
In linea con le nuove disposizioni ministeriali e per responsabilità personale, comunico che sono sospese a tempo indeterminato le sedute in persona nel mio studio, ma il mio lavoro continua!
In questo momento è doveroso rallentare la diffusione del contagio per ridurre il rischio di far ammalare le persone più fragili. Tutti dobbiamo comportarci responsabilmente e fare la nostra parte per consentire a tutto il personale medico e paramedico di riuscire ad assistere tutti i malati che hanno bisogno di assistenza e cura negli Ospedali del nostro territorio.
È richiesta a tutti noi la massima capacità di adattamento e collaborazione verso un obiettivo comune e vorrei continuare “ad esserci”, nella massima tutela di chi si affida a me e della nostra stessa salute.
Il mio lavoro quindi continua, con le indispensabili precauzioni, privilegiando – ove la presenza in studio non sia assolutamente necessaria – i colloqui ONLINE (tramite WhatsApp, Skype, FaceTime o altre piattaforme per videomeeting).
Il servizio ONLINE permette a tutte le persone che si trovano bloccate in casa o sul luogo di lavoro di ricevere – senza doversi spostare – il servizio di supporto e consulenza psicologica o la psicoterapia. E’ sufficiente avere uno smartphone, oppure un computer o un tablet e una connessione a internet.
Per le sedute vi invito a lasciarmi un messaggio su questa pagina o chiamarmi al 3382629134
Grazie per la vostra comprensione.
EMERGENZA CORONAVIRUS
⚠️ – COMUNICAZIONE – ⚠️
A seguito dell’emergenza Coronavirus, in ottemperanza alle nuove disposizioni ministeriali e per responsabilità personale, comunico che da oggi garantirò lo svolgimento delle prestazioni di psicoterapia limitando l’attività libero professionale in presenza e privilegiando i colloqui clinici in modalità ON LINE. Sebbene non sia una forma che utilizzo abitualmente, in questo momento ove è richiesta a tutti noi la massima capacità di adattamento e collaborazione verso un obiettivo comune, voglio continuare “ad esserci” nella massima tutela della nostra salute e di chi si affida a me.
Questa è per me una misura straordinaria per affrontare strategicamente un problema che richiede misure fuori dall’ordinario.
Per qualsiasi informazione o chiarimento e per concordare le modalità degli incontri, è possibile contattarmi al 3382629134 (anche Whatsapp) o scrivermi a info@marcopagliai.com
www.marcopagliai.com
https://www.facebook.com/215126848692807/posts/1427512940787519/?d=n
THFVicenza
Incontri di interesse psicologico organizzati dal Centro di Terapia Strategica
Il Progetto Technology of the Human Factor (THF) ha come obiettivo di divulgare le più recenti novità ed innovazioni in tutte le discipline che riguardano l’essere umano, attraverso il contributo dei migliori studiosi italiani.
Sede Conferenza di apertura: Sala “G. Lazzati” Palazzo delle Opere Sociali in piazza Duomo, 2 a Vicenza
Data e orario: domenica 17 novembre 2019 ore 20.45
Sede Conferenze: Sala Conferenze dei Chiostri di Santa Corona in contrà Santa Corona, 4 a Vicenza
Date e orari: giovedì 28 novembre 2019 ore 20.30, sabato 14 dicembre 2019 ore 18.00, giovedì 23 gennaio 2020 ore 20.30.
Gli eventi sono organizzati in collaborazione con gli Psicoterapeuti Ufficiali del Centro di Terapia Strategica per la provincia di Vicenza:
• Naomi Faccio 3391333831 info@naomifaccio.it
• Rosella Fossato 3773193400 rosellafossato3@gmail.com
• Marco Pagliai 3382629134 info@marcopagliai.com
• Margherita Rizzotto 3482633442 rizzottomargherita@gmail.com
• Dolfina Sanson 3487130302 dolfinasanson@cappellina.com
• Gloria Vangelista 3392942693 info@gloriavangelista.it
Con il patrocinio del Comune di Vicenza e dell’Ordine degli Psicologi Regione Veneto.
Per informazioni scrivi a info@thfactor.com o WhatsApp al 3382629134
Programma THFVicenza
Conferenza di apertura domenica 17 novembre ore 20.45 Sala “G. Lazzati” Palazzo delle Opere Sociali in piazza Duomo, 2 | Vicenza
Titolo: “Oltre sé stessi. Scienza e arte della performance”
Relatori: Prof. Giorgio Nardone e dr. Stefano Bartoli
Abstract: Che cosa accomuna figure geniali come Leonardo da Vinci e Albert Einstein, Mozart e Steve Jobs? Che cosa significa spingersi oltre i limiti delle proprie discipline e ottenere risultati straordinari? Il talento è una dote innata o va coltivato con cura e perseveranza? Di questi temi si occupa la scienza della performance, in una sintesi originale di psicologia, neuroscienze e terapia breve strategica.
I relatori indagheranno a fondo le caratteristiche che consentono al performer non solo di raggiungere prestazioni notevoli, ma anche di proseguire nel difficile percorso di miglioramento e superamento dei propri limiti: resilienza e determinazione, flessibilità e adattabilità caratterizzano tutti gli artisti, scienziati, sportivi e manager che riescono a toccare vette sovrumane e impensabili.
Studiare la performance significa anche esaminare il ruolo della trance performativa e il ricorso alle moderne tecniche ipnotiche, oppure individuare le modalità più corrette per valorizzare il talento, ed eventualmente «guarire» i blocchi e le «psicotrappole» che impediscono al talento di esprimersi pienamente. Ma, soprattutto, Giorgio Nardone e Stefano Bartoli ci condurranno in un viaggio nel cuore più autentico della natura umana: il superamento di sé, in un’insaziabile ricerca dell’ignoto e dell’inconcepibile.
1ª Conferenza Giovedì 28 novembre ore 20.30 Sala Conferenze dei Chiostri di Santa Corona in contrà Santa Corona, 4 | Vicenza
Titolo: “Alimentazione: falsi miti e inganni del marketing”
Relatore: dr.ssa Simona Milanese
Abstract: Forse nessun ambito come quello alimentare è popolato da falsi miti, credenze che, anche se non confermate o addirittura smentite dalla ricerca scientifica, continuano ad essere proposte come verità indiscusse. Il mantenimento di questi miti è favorito sia dalla notevole complessità della ricerca nutrizionale, sia soprattutto dagli enormi interessi economici che ruotano intorno all’industria alimentare. Bersagliati da informazioni spesso confuse e contraddittorie, abbagliati dalla pubblicità, vittime di abitudini difficili da scardinare, è sempre più complicato per i non esperti orientarsi nella giungla delle proposte alimentari.
L’intervento è volto a sfatare i principali miti alimentari basandosi sui dati scientifici a disposizione e sulle ricerche recenti pubblicate nel settore. Dopo aver discusso del mito delle calorie, vengono considerate le principali categorie di nutrienti (carboidrati, proteine e grassi) e il loro metabolismo, con particolare attenzione al dibattito sul colesterolo. Segue una parte dedicata ai falsi miti psicologici. Insieme ai falsi miti vengono discussi anche i principali “inganni” del marketing, strategie pubblicitarie tramite le quali l’industria alimentare contribuisce al mantenersi e al diffondersi di alcuni falsi miti per aumentare le vendite.
Senza l’intento di proporre l’ennesima dieta “miracolosa”, si vuole fornire una fotografia aggiornata dello stato attuale della ricerca nutrizionale e, parallelamente, stimolare una riflessione critica in modo da promuovere nel pubblico scelte alimentari sempre più consapevoli, piacevoli e salutari.
2ª Conferenza Sabato 14 dicembre ore 18.00 Sala Conferenze dei Chiostri di Santa Corona in contrà Santa Corona, 4 | Vicenza
Titolo: “Cambiare per crescerli. L’intervento strategico per bambini in età prescolare”
Relatore: dr. Massimo Bartoletti
Abstract: Quando ci troviamo a svolgere un ruolo educativo, sia come genitori che come educatori, abbiamo una grande responsabilità. Nell’infanzia il bambino costruisce le basi del proprio modo di essere e di vedere il mondo. Per accompagnarlo in questo viaggio di scoperta dobbiamo proporgli stimoli ed esperienze in linea con le sue crescenti competenze e favorirne il processo di autonomia. Le difficoltà che potranno presentarsi durante il percorso, si trasformeranno in complicati problemi da risolvere se l’adulto non riuscirà a cambiare il proprio atteggiamento, rimanendo rigidamente affezionato a ciò che in passato ha funzionato anche quando si dimostra inefficace. Durante la serata verranno descritte le strategie e le tecniche risultate più efficaci nel superare le principali difficoltà che si possono presentare nel percorso di crescita di bambini in età prescolare.
3ª Conferenza Giovedì 23 gennaio 2020 ore 20.30 Sala Conferenze dei Chiostri di Santa Corona in contrà Santa Corona, 4 |Vicenza
Titolo: “Il coraggio di fare la scelta giusta. Arte e scienza della performance nelle organizzazioni”
Relatore: dr. Stefano Bartoli
Abstract: Chi deve operare decisioni cruciali deve essere in grado in primis di gestire le proprie percezioni-emozioni più primordiali, la più importante delle quali è la paura, ed essere in possesso delle competenze necessarie all’esecuzione al meglio del suo compito. L’intervento vuole esporre ed analizzare le modalità di intervento sulle varie forme di paura di decidere, evidenziando gli stratagemmi più efficaci nel guidare le persone a superare i propri limiti. Da questa prima trattazione che potremmo definire “consulenziale” si giungerà poi a trattare delle relative competenze ed abilità necessarie all’acquisizione dell’abilita di decidere al meglio nelle condizioni più critiche giungendo ad arrivare “oltre sé stessi”.
Per scaricare il programma clicca qui.
Se sei un medico o uno psicologo e vorresti conoscere ed apprendere l’approccio breve strategico Modello Giorgio Nardone, puoi iscriverti alla 2ª edizione del Master in Psicologia clinica strategica in partenza a Padova: una vera full immersion nello studio della Terapia Breve Strategica .
Il master ha la durata di un anno ed è articolato in 14 giornate formative, distribuite in una domenica al mese, tranne l’ultima giornata che si terrà ad Arezzo insieme al Prof. Giorgio Nardone, per un totale di 112 ore di training in aula.
Per info scrivimi in privato.
TI AMO PERCHÉ TENGO A ME
Incontro con l’autore: il dr Massimo Bartoletti presenta il suo ultimo libro “Ti amo perchè tengo a me” sabato 28 settembre ore 18.00 al Galla Caffè in piazza Castello, 2 a Vicenza.
TI AMO PERCHÉ TENGO A ME: l’autore parte dal definire la differenza tra innamoramento e amore fino ad arrivare a descrivere come due persone possano costruire relazioni durature, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita per la coppia. Delinea come l’amare qualcuno possa divenire una forte motivazione a migliorare se stessi, completando la propria individualità con quegli aspetti di noi che posiamo scoprire solo nel rapporto con l’altro. Dimostra quanto l’attenzione verso l’altro e il tempo che siamo disponibili a dedicare al rapporto giochino un ruolo fondamentale nelle relazioni affettive. Affronta le diverse difficoltà di coppia attraverso il racconto di storie reali, riservando un capitolo specifico alla dipendenza affettiva. Approfondisce gli effetti psicologici della fine di una storia importante e le implicazioni di quando avviene in coppie con figli, presentando, in appendice, una guida su come comunicare ai figli l’intenzione dei genitori di separarsi. Sfata i principali luoghi comuni sull’amore e sottolinea l’importanza di superare le proprie insicurezze che, come una stretta armatura, imprigionano la nostra voglia di amare.
DR. MASSIMO BARTOLETTI: Psicologo e Psicoterapeuta
Laureato in Psicologia presso l’Università degli Studi di Padova, specializzato in Psicoterapia Breve Strategica. Ricercatore Associato presso il Centro di Terapia Strategica, Docente della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica di Arezzo, Docente nei Master internazionali e Supervisore ufficiale del Centro di Terapia Strategica per la regione Toscana. Collabora da diversi anni con Enti Pubblici e Privati come Consulente, Supervisore e Formatore. Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze dal 2005 al 2016 e Consigliere Onorario della Sezione per i minorenni della Corte di Appello di Firenze. Ha conseguito il titolo di ipnologo presso l’Accademia Italiana di Ipnosi Clinica Rapida.
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Per chi fosse interessato ad approfondire l’approccio strategico può seguire la mia pagina facebook e rimanere aggiornato su tutti gli eventi a Vicenza e dintorni: clicca qui.
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GIORGIO NARDONE A VERONA
“Nessuna altra parola è stata tanto utilizzata negli ultimi decenni quanto change: ciò dimostra la potenza di un termine che evoca oltre che spiegare. Infatti questa parola, in forma sia di sostantivo sia di verbo, non solo indica una dinamica, ma esprime anche l’azione del movimento verso uno scopo. La linguistica definisce questo tipo di parole “performative”: hanno un significato e sono un significante, sono cioè in grado di definire qualcosa e, al tempo stesso, di determinarne l’effetto.”
Questo è l’incipit de “Il cambiamento strategico”, ultimo libro del prof. Giorgio Nardone; in cui fa il punto sulle principali nuove tecniche e scoperte della sua ricerca clinica, che prosegue ininterrottamente da oltre 30 anni.
Se sei appassionato, affascinato, incuriosito e interessato al tema potrai ascoltare il prof. Giorgio Nardone e la dr.ssa Giulia Rinaldi, psicoterapeuta ufficiale del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, sabato 16 febbraio prossimo alle 21.00 a Verona.
Troverai i dettagli nella locandina qui sotto.
I SELFIE FANNO MALE?
I SELFIE SONO STATI INSERITI DALL’ASSOCIAZIONE PSICHIATRICA AMERICANA TRA LE NUOVE MALATTIE, È COSÌ?
Alcuni anni fa questa notizia si era diffusa sui media ma senza alcun fondamento scientifico (era solo una fake-news, tanto che l’APA aveva dovuto dedicarvi una pagina dove riportava “no, la selfite non esiste, ma è pieno di disordini mentali reali che necessitano di un trattamento”). In seguito a ciò alcuni studiosi hanno pensato di costruire una vera ricerca della quale oggi possiamo leggere i risultati. La ricerca è stata condotta dall’università di Nottingham in accordo con una scuola Indiana dove si è svolta l’indagine. È stata scelta la popolazione Indiana perché lì vi è la maggior diffusione nell’uso dei social network. Un mese fa ne sono stati pubblicati i risultati.
Come affermato da Papa Francesco durante uno degli eventi del Giubileo: “Le dipendenze sono le nuove prigionie di cui l’uomo è schiavo”. E le nuove dipendenze sono sempre maggiori e oggi sempre più evolute. Oggigiorno non esisti se non sei sul web… si dipende dai like e per un selfie si rischia la vita. Altri disturbi di salute mentale tecnologicamente correlati che sono stati identificati negli ultimi anni includono la “nomofobia”, la paura di non essere vicino a un telefono cellulare e la “cyberchondria”, sentirsi male dopo aver cercato online i sintomi della malattia.
Seppur la ricerca sia doverosa, non amo però la rincorsa affannosa all’etichetta diagnostica che può finire per costruire realmente qualcosa che ancora non esiste. Personalmente non parlerei di “disturbo”.
PUÒ SPIEGARCI MEGLIO DI COSA SI TRATTA SECONDO QUESTO STUDIO?
La nuova patologia è stata chiamata “Selfite”. Di fatto, questa ricerca ha individuato nei soggetti che si ritiene soffrano di questa psicopatologia un vero e proprio bisogno ossessivo compulsivo di scattare foto a se stessi per poi pubblicarle sui social network, principale veicolo dei selfie. Ciò sembra rispondere al bisogno di “essere visti” ricercando sui social network riscontri positivi ai propri autoscatti: più “like” raccoglieranno più benessere potranno sperimentare. O almeno questo è quello che molti credono.
MA SE DAVVERO QUELLO DI FARSI I SELFIE FOSSE UN DISTURBO, ALMENO LA METÀ DELLA POPOLAZIONE NE SAREBBE GRAVEMENTE MALATA. VIP COMPRESI.
Probabilmente sì. Anche se per i VIP forse non si tratterebbe di un disturbo ma solo di lavoro o marketing.
CI SONO FORME PIÙ O MENO GRAVI SECONDO QUESTO STUDIO?
I ricercatori hanno creato una scala che permette di graduare la pervasività del disturbo, individuando tre macro categorie: borderline, acuta e cronica. Nel primo caso rientra chi scatta un minimo di tre selfie al giorno, senza pubblicarli online; chi opta per la pubblicazione di tutti i propri selfie giornalieri rientra nel secondo caso. Raggiunge la massima gravità il paziente cronico, attanagliato da un desiderio irrefrenabile di pubblicare più di sei volte al giorno le proprie foto, senza riuscire a trattenersi.
MA COME FACCIAMO A CADERE IN QUESTA COMPULSIONE?
Attraverso due sottili autoinganni… che un po’ come nella favola di Esopo (La volpe e l’uva) continuiamo a raccontarci per vivere meglio. Questi sono l’autoinganno del “lo fanno tutti” e quello dello “smetto quando voglio”.
All’inizio, di solito, si fanno selfie in modo consapevole e vantaggioso: mi faccio un selfie ogni tanto e provo piacere nel vedere quanti like raccolgo pubblicandolo. Ma più faccio selfie più ho necessità di farne nel tentativo di controllarne gli effetti e di soddisfare il sempre maggiore bisogno che da ciò si alimenta. Rischio così di perderne il controllo, esagerando oltre modo… finendo per non riuscire più a farne a meno.
COME POSSIAMO RICONOSCERE DI STARE ESAGERANDO?
Quando il piacere non è più tale, ma diviene un “chiodo fisso”: non posso non fotografarmi e postare la foto. L’altro elemento che potremo utilizzare è “la crisi di astinenza”, quella sensazione di malessere che prova la persona quando non può soddisfare il bisogno.
PERCHÉ SI DIVIENE MANIACI DEI SELFIE?
Porsi questo quesito nella mia attività clinica risulterebbe potenzialmente fuorviante, perché non esiste un’unica causa, ma un’infinità. L’approccio terapeutico che utilizzo supera questo modello causale e consente di andare ad occuparsi del processo, di come funziona il problema… permettendomi di concentrarmi su come fare per aiutare la persona a superare le sue difficoltà più rapidamente possibile piuttosto che sulla ricerca del perché.
QUALE APPROCCIO PSICOTERAPICO UTILIZZA?
La Terapia Breve Strategica. Sono psicoterapeuta Ufficiale e docente del Centro di Terapia Breve Strategico di Arezzo diretto dal prof. Nardone. Secondo l’approccio strategico le difficoltà prima e le patologie poi si originano dalle tentate soluzioni che la persona mette in atto per risolvere il problema e che invece che risolverlo lo mantengono e lo alimentano. Il mio obiettivo terapeutico è quello di interrompere questo meccanismo di ricorsività tra tentata soluzione e persistenza del problema, attraverso il ricorso a stratagemmi terapeutici e manovre costruite ad hoc, finalizzate alla più rapida estinzione della sintomatologia presentata.
LA RINGRAZIO PER LA DISPONIBILITÀ… VUOLE AGGIUNGERE QUALCOSA?
Recenti ricerche hanno evidenziato che il desiderio di cogliere in uno scatto istanti magici e unici ci impedisce di partecipare a pieno a situazioni piacevoli, così che stress e tensione finiscono per produrre un mancato ricordo. E questo è un problema che tende ad aumentare proprio nel caso dei selfie, dove alla preoccupazione per la scelta dell’inquadratura giusta, si aggiunge quella di apparire fotogenici. Mi capita spesso di ricordare una scena del film “I sogni segreti di Walter Mitty”, dove il fotografo Sean O’Connell (Sean Penn), dopo un lungo e difficoltoso viaggio a piedi tra le nevi eterne in luoghi del tutto selvaggi e solitari, alla ricerca di un rarissimo leopardo di montagna, dopo giorni di appostamento, avvistato l’animale rimane estasiato a guardarlo senza premere l’otturatore e rivela a Walter: “Certe volte non scatto, se mi piace il momento, piace a me, a me soltanto, non amo avere la distrazione dell’obbiettivo, voglio solo restarci dentro“.
ASSISTENZA E CONSULENZA PSICOLOGICA PER TUTTI
ASSISTENZA E CONSULENZA PSICOLOGICA PER TUTTI
In Trentino la prima legge sull’assistenza e consulenza psicologica per tutti… importante punto di riferimento per il lavoro che si dovrà fare a livello nazionale, riconoscendo la Psicologia come capace di intervenire efficacemente ed in modo economicamente vantaggioso per la salute pubblica.
http://www.psy.it/in-trentino-la-prima-legge-sulla-assistenza-e-consulenza-psicologica-per-tutti-i-cittadini.html
FULL METAL MIND
FULL METAL MIND (documentario, 2017)
Il prof. Giorgio Nardone è uno dei protagonisti del film-documentario FULL METAL MIND di Mirko Aretini, assieme ad altri 12 personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo: Francesco Tesei , Goran Bregovich, Paolo Villaggio, Mogol, Gino Strada, Nicolai Lilin, Ascanio Celestini, Paolo Rossi, Alessandro Bergonzoni, Andrea Zurlini, Jacopo Fo, Daniele Finzi Pasca. Incentrato sulla paura recondita dell’uomo e su quanto ognuno di noi, prima o poi e indipendentemente da chi siamo e cosa facciamo, ne viene irrimediabilmente coinvolto. Non è un analisi scientifica o con la pretesa di dare risposte assolute, ma bensì un ritratto umano su qualcosa che accomuna tutte le persone e con cui prima o poi ci troviamo a riflettere: 13 racconti, in cui i protagonisti, come in un’intima confessione, ci parlano del proprio rapporto con la paura, della paura dell’uomo oltre che di quella dell’artista.
Potrai incontrare il prof. Giorgio Nardone a Vicenza domenica 21 gennaio 2018 ore 19.00 al Palazzo delle Opere Sociali dove terrà una Conferenza gratuita su “Anoressia giovanile. Conoscerla e curarla”.
Per INFO sul NUOVO Master clinico in Terapia Breve Strategica clicca qui