Una storia di talento, tecnica e strategie mentali
Aldo Montano – Giorgio Nardone – Giovanni Sirovich
Trionfare alle Olimpiadi non è cosa da tutti. Ma affrontare una crisi durissima e risorgere ai massimi livelli nonostante gli infortuni è forse un’avventura irripetibile per uno sportivo. Il protagonista di questa impresa è Aldo Montano, campione indiscusso della scherma italiana e internazionale degli ultimi anni. È una storia di rivalsa, di vittorie, costellata anche di profondi timori e delusioni, che culmina con l’esaltante conquista che ha portato Montano sul gradino più alto del podio ai Campionati mondiali di Catania del 2011. Il racconto è una cronaca sportiva avvincente, e insieme un moderno romanzo di cappa e spada – incruento e spesso ironico – raccontato da un punto di vista privilegiato, «dietro le quinte», dalle voci dei tre personaggi: il campione Aldo Montano, il commissario tecnico della nazionale di sciabola Giovanni Sirovich e Giorgio Nardone, «psicologo e stratega».
Rispettivamente talento, tecnica e forza della mente: al di là delle doti naturali e della potenza muscolare dell’atleta, la performance richiede modelli percettivi e reattivi elevatissimi, in cui la tecnica si fa fluida, spontanea, fino alla «trance agonistica». Così il Problem Solving Strategico, l’ipnosi e gli stratagemmi suggeriti diventano strumenti altamente efficaci a disposizione dello sportivo – e determinanti nel caso di Montano. Il testo, infatti, rappresenta anche una sorta di manuale di scienza della performance. Ma l’autentica bellezza di queste pagine, la loro profonda umanità, è che può riguardare tutti noi da vicino, e insegnarci che il coraggio e il sacrificio sono risorse insostituibili in qualunque situazione.
UN BRANO
“Una metafora evocativa di come ogni individuo dovrebbe agire in vista degli obiettivi esistenziali o professionali: mai farsi scoraggiare dagli ostacoli e dalle avversità del destino, anche quando questo richiede sforzi erculei e sacrifici estremi, così come l’umiltà di mettere in discussione le proprie idee e azioni, sino a sconvolgerle, se necessario. Al di là della vicenda sportiva, questa storia rappresenta una lezione di vita bella e profondamente educativa.”